Le difficoltà dei manager a credere nel futuro
"Presto o tardi coloro che vincono sono coloro che credono di poterlo fare"
-Richard Bach-
È ormai luogo comune dire che i manager sono chiamati a gestire processi di cambiamento affrontando problemi complessi e abbandonando la logica strettamente funzionale.
Ci sono molti problemi faticosi da definire, come ad esempio la confusione su ruoli e responsabilità, oltre a stress, paura e pressione che possono arrivare dal mercato e dall'interno dell'azienda a diversi livelli.
A volte si fatica a vedere i problemi concreti nella loro interezza ed avere un occhio verso le prospettive necessarie per governare la situazione.
Il primo cambiamento a cui il manager è chiamato è verso se stesso, sviluppando o mantenendo costantemente doti di condivisione e di relazione e calibrando le modalità in base all'interlocutore che ha di fronte.
Solo con un adeguato programma di supporto e formazione il dirigente può arricchire il proprio know how per sviluppare l'evoluzione del business rimanendo centrato sulla propria persona, sui bisogni e il piacere.
Il manager si trova ad avere relazioni lavorative con approccio spesso esclusivamente verticale. Spesso ciò si traduce in situazioni formali e competitive; questo viene vissuto in modo pesante e difficile da gestire, talvolta ci si sente in trappola.
Come uscire da questa morsa?
Occupandosi di sè, del proprio corpo e del proprio piacere, per affrontare i momenti di sconforto, perdita di sicurezza e il senso di frustrazione.
Prendendo si cura dei pochi problemi presenti in azienda che condizionano la maggior parte delle situazioni.
Secondo la ricerca di Formisano* il 70% degli intervistati ha confessato di voler parlare con una persona senza sentirsi sotto giudizio.
Il contatto con sé stessi e il contatto con l'altro, quando si ha il privilegio di avere persone accanto che ci possono ascoltare nei momenti più complessi, possono essere i primi passi per prendersi cura di sé e del proprio business.